La Scuola per l’Ucraina

Anche l’Istituto Omnicomprensivo “Montefeltro” di Sassocorvaro si è unito per rendere concreto l’aiuto ai rifugiati di guerra in Ucraina.
L’idea è nata dal nostro professore di Religione, Francesco Violini,  e da un’alunna di origine ucraina, particolarmente coinvolta in questo drammatico momento e frequentante la mia classe, ovvero la III Superiore del corso IPSSAS.

Dopo una discussione avvenuta in classe sul minuto di silenzio, concordato come momento di riflessione profonda sulla situazione, gli alunni hanno voluto realizzare gesti concreti: donazioni di cibo, abbigliamento, farmaci e qualsiasi altro genere di prima necessità.

Sofia, la mia  compagna, ha sottolineato che chi è nascosto nei bunker non pensa al minuto di silenzio da parte del  mondo come gesto di solidarietà, ma al fatto che c’è bisogno di tutto: cibo, acqua, vestiti ed è questa la triste Verità.
Ammetto che solo dopo il discorso di Sofia tutti ci siamo mobilitati capendo che postare semplicemente storie sui social, a volte anche solo per seguire la massa, non fosse tanto utile: era importante unirci tutti insieme per fare qualcosa di grande, di splendido.
E così è stato!
Abbiamo iniziato subito a condividere le idee di ciascuno di noi per arrivare ad una conclusione: avremmo realizzato dei cartelloni di grande impatto visivo e stilato delle liste con l’elenco di tutte le  cose necessarie da poter mandare in Ucraina.

Dopo l’approvazione della nostra Dirigente scolastica, abbiamo iniziato a diffondere la voce della nostra iniziativa in tutte le classi, che ringraziamo per essersi unite e per aver collaborato ad un unico scopo.
In classe ci siamo divisi i compiti: chi era impegnato a stampare le liste del necessario, chi a distribuire gli scatoloni per la raccolta, chi ad occuparsi dei cartelloni da esporre nell’Istituto.
In tre giorni siamo riusciti a raccogliere un furgone pieno di scatoloni, in seguito caricati sui camion da alunni e alunne, con l’aiuto prezioso della Protezione Civile del Comune di Sassocorvaro-Auditore.
Nei nostri occhi finalmente c’erano felicità e speranza, che spezzavano le continue notizie angoscianti che ci appesantivano il cuore.
Posso dire che questa iniziativa ci ha uniti davvero tanto; soprattutto, ha unito la mia classe, diventando un’opportunità per avvicinarci e per sostenerci e condividere un’esperienza importante.
L’ultima riflessione che vorrei esprimere è questa: vincere dieci battaglie su dieci non è il massimo dell’abilità, ma vincere il nemico senza il bisogno di combattere, questo sì che è il massimo del trionfo.


El Mouki Hoda III IPSSAS

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