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Suite Francese – Irène Némirovsky

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Pubblicato solamente nel 2004 dalla figlia maggiore dell’autrice, Denise Epstein, e composto nei mesi che precedettero il suo arresto e la deportazione ad Auschwitz, Suite francese è un romanzo postumo di Irène Némirovsky. Nata a Kiev nel 1903, è stata una scrittrice di origine ebraica ma convertitasi poi al cattolicesimo nel 1939. Essa stessa, consapevole delle sue radici, capì che non sarebbe stata in grado di concludere e pubblicare la sua ultima opera, così scrive infatti al suo editore nel luglio del ‘42: “Caro amico… non mi dimentichi. Ho scritto molto. Saranno opere postume, temo, ma scrivere fa passare il tempo”. Di lei rimane una straziante ultima lettera scritta a matita, e non obliterata, nel luglio ’42 “Mio amato, mie piccole adorate, credo che partiamo oggi. Coraggio e speranza. Siete nel mio cuore, miei diletti. Che Dio ci aiuti tutti”. Morirà di lì a poco, il 17 agosto 1942, di febbre tifoide nel campo di concentramento di Auschwitz.

Il romanzo è suddiviso in due parti, sebbene ne prevedesse cinque in totale: Temporale di giugno e Dolce

In Temporale di giugno sono narrate le storie di tre famiglie di differenti strati sociali, ma accomunate dalla stessa necessità: fuggire dai bombardamenti di Parigi. Infatti, sono negli anni della campagna di Francia (10 maggio 1940 – 25 giugno 1940), agli inizi della Seconda Guerra Mondiale, che porterà all’invasione della Francia da parte della Germania. I nostri occhi seguono le vicissitudini dei Pericand, dei Michaud e dei Corte, e le loro reazioni all’ingerenza tedesca, nelle quali è celata una leggera ironia.

In Dolce è raccontata la convivenza tra francesi e tedeschi nel comune occupato di Bussy. L’autrice tratta il tema dell’invasione e le conseguenze che ne derivano, sia in ambito sociale, sia negli animi dei protagonisti con il risultato di una forte empatia tra lettore e personaggi narrati. Senza dubbio centrale è l’episodio dell’innamoramento tra una donna francese, sposata, Lucile Angellier, e un ufficiale tedesco, Bruno von Falk, che “alloggia” nella sua dimora: una storia d’amore mancata, sulla quale si basa l’omonimo film di Saul Dibb.

Nelle ultime pagine è percepibile l’eco di quel finale mancato, dovuto all’incompiutezza dell’opera, ma in qualche modo funzionale alla tragedia storica: esso coincide con la ripartenza mesta, sia per i soldati che per i cittadini ormai affezionati a loro, delle truppe tedesche verso la nuova campagna militare di Russia.

In Suite francese si assapora sia la dolcezza della campagna francese, mediante le tradizioni contadine e il lavoro della terra, sia l’amarezza del sangue versato da parte della popolazione e dei combattenti.

Nonostante la drammaticità della guerra e la consapevolezza del crudele e imminente destino dell’autrice, nelle pagine si avverte la gioia e la genuinità del vivere, tramite numerosi passaggi descrittivi in cui la natura stessa sembra possedere una propria vitalità. Perfino gli animali acquisiscono un ruolo attivo e partecipe, come il gatto Albert della famiglia Pericand o il cane Bubi, la mascotte del Kommandatur. Direi che l’autrice, proprio come sostiene Pietro Citati nella quarta di copertina, “sembra possedere i doni del grande romanziere, come Flaubert, Dostoevskij, Balzac e Tolstoj”.

È una storia umana, di coraggio in cui sono trasmessi i sentimenti più comuni e reali: l’ansia di conoscere la sorte di un figlio in guerra (come per Jeanne e Maurice Michaud per il figlio Jean-Marie o Charlotte Pericand per il figlio Hubert), l’avidità (di Gabriel Corte, di Charles Langelet o del direttore Corbin), l’amore per lo straniero, il senso pratico dei più poveri e l’umiltà.

L’edizione Adelphi di Suite francese si chiude con una Postfazione in cui troviamo gli appunti di Irène Némirovsky in merito al romanzo e la sua corrispondenza dal 1936 al 1945. Essa permette di scorgere i pensieri dell’autrice e di conoscere l’ultimo periodo della sua vita, le ultime lettere prima della deportazione e successivamente quelle del marito, delle persone che si sono mobilitate per provare a salvarla o almeno ad avere sue notizie o conoscere la sorte delle figlie.

Infine, per dare saggio della bella scrittura, concludo con le significative parole di una delle figure principali del romanzo, Maurice Michaud, rivolte a sua moglie Jeanne: “Mi conforta che tutto ciò che ha inizio avrà una fine”.

Esaurito

Suite Francese

1 recensione per Suite Francese – Irène Némirovsky

  1. Cristina Gorgolini

    Consigliato

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